Warren Buffet: I princìpi e le regole di buon senso del più grande investitore di sempre

Warren Buffet: I princìpi e le regole di buon senso del più grande investitore di sempre

 

Nel 1956 venne fondata una società di investimento, The Buffet Partnership Ltd, da un giovane di soli 25 anni.

Quel ragazzo si chiama Warren Buffett e con il tempo è diventato il più grande investitore di sempre.

In tredici anni, fino alla liquidazione della società, Buffett realizzò un rendimento annuale del 29%, circa il 22% annuo superiore all’andamento del Dow Buffett ha sempre sostenuto che il successo negli investimenti non richieda un livello di Jones Industrial Average, che al tempo era l’indice di borsa più utilizzato come benchmark di riferimento.

Con il tempo, i risultati divennero ancora più sorprendenti: alla Berkshire Hathaway, la holding finanziaria utilizzata a partire dal 1965 fino al 2019, il valore degli investimenti è cresciuto ad un tasso annuale del 20%, confrontato con un rendimento annuale del 10% conseguito dall’indice S&P500. In 54 anni, Buffett è riuscito a sovraperformare il mercato azionario USA del 10% all’anno e questo è tanto più sorprendente se si pensa che gran parte dei gestori hanno difficoltà a battere l’indice S&P500 su tempi molto più brevi.

Buffett ha sempre sostenuto che il successo negli investimenti non richieda un livello di intelligenza fuori dal comune e che invece ci siano poche semplici caratteristiche che un investitore dovrebbe avere. Vediamole.

Razionalità

Il controllo sulle proprie emozioni è ciò che, secondo Buffett, è più importante per ottenere successo. Questa era una delle lezioni che gli aveva insegnato il suo mentore, Benjamin Graham. I mercati finanziari, infatti, sono caratterizzati da comportamenti speculativi di investitori guidati dall’emotività, che si lasciano trascinare dall’avidità e dall’euforia, oppure che vengono assaliti dalla paura o dal panico.

“Per gran parte del tempo i titoli azionari sono soggetti a fluttuazioni irrazionali ed eccessive, a causa della radicata tendenza di gran parte delle persone a speculare o scommettere cioè, a farsi guidare dalla speranza, dalla paura e dall’ingordigia.” (Benjamin Graham)

Buffett, seguendo la lezione del suo maestro, ha sempre tenuto lontano la sua emotività dal mondo dei mercati finanziari focalizzandosi invece sul valore economico delle società di cui acquisiva titoli.

“Non ho bisogno che un prezzo di mercato mi dica quello che so già sul valore di untitolo.” (Warren Buffett)

Pochi princìpi chiari

Buffett conduce la sua vita, sia nel privato che dal punto di vista professionale, seguendo pochi e semplici princìpi di buon senso e concentrandosi solamente su quello che può conoscere e comprendere. Ha sempre investito in società con business model non complicati, in settori che conosce approfonditamente, rinunciando ad investimenti non in linea con il suo approccio e il suo modo di pensare.

“Il segreto è saper valutare le aziende che rientrano nel tuo circolo di competenze. La dimensione del circolo non è molto importante; vitale, invece, è aver ben a mente i suoi confini”. (Warren Buffett)

Corri il rischio di risultare “stupido”

Come i più grandi pensatori e imprenditori della storia, Buffett si è distinto più volte per essere andato controcorrente, assumendo talvolta anche il rischio di potersi comportare in maniera stupida.

“È risaputo che per la propria reputazione sia meglio fallire in modo convenzionale che avere successo in modo non convenzionale.” (John Maynard Keynes)

Per questo motivo Buffett ha sempre cercato di essere e di investire in persone che riconoscessero e usassero il pensiero autonomo e indipendente, che fossero capaci di agire anche rischiando ma senza la paura di rimanere isolati.

Tempo e pazienza

Secondo Buffett, la vendita e il successo richiedono tempo. Il più grande investitore di sempre non ha mai smaniato per il guadagno immediato, nonostante avesse posto in gioco cifre anche molto alte.

A livello di tempo, per Buffett, non si devono tenere in conto i giorni o i mesi, ma ragionare in anni.“Se non sei disposto a detenere un titolo per 10 anni, non ha senso detenerlo neppure per 10minuti.” (Warren Buffett)

Essendo disposto ad accettare tutto il percorso con gli alti e i bassi che un investimento ha sul lungo periodo, Buffett riesce a massimizzare. Un esempio di questi è sicuramente la partecipazione in Coca Cola, di cui ancora detiene il suo investimento dal 1989. A fine 2019 il valore della partecipazione era di 22 miliardi: una crescita notevole, rispetto agli 1,3 iniziali.

Credere nelle proprie idee

Strettamente legato al concetto di pazienza e di investimenti sul lungo periodo, Buffett crede anche nella qualità di questi e nel saper focalizzare le proprie energie su poche realtà. Lo stile adottato da Buffett, detto “Focus Investing”, consiste nel concentrarsi in poche ma grandi scommesse.

Quando nel 1989 entrò nell’azionariato di Coca Cola, Buffett decise di investirvi un terzo di tutto il portafoglio di Berkshire: non puoi ottenere grandi risultati senza credere nelle tue idee, questa è la filosofia che vi sta al di sotto.

Margine di sicurezza

Come già citato, uno dei più grandi maestri di Buffett fu Benjamin Graham da cui apprese, tra le altre cose, il modello del “margine di sicurezza”, secondo cui è importante comprare un’azienda solo quando il prezzo di mercato è molto inferiore al suo valore economico, in modo tale da avere un margine di sicurezza in caso di riduzioni del prezzo. Buffett ha applicato questo concetto anche nella gestione di Berkshire e delle altre società: anche nei casi in cui ha fatto ricorso al debito per effettuare acquisizioni, ha sempre mantenuto un’ingente riserva di cash in bilancio.

Questo perché quando i tassi d’interesse sono bassi e le condizioni di indebitamento sono favorevoli, le attività quotate sul mercato hanno generalmente prezzi elevati e sono quindi meno interessanti. In periodi di crisi, al contrario, quando le opportunità di acquisto sono più favorevoli, anche le condizioni di finanziamento diventano meno vantaggiose.

Assumi bene e gestirai tutto con facilità

Circondarsi di persone fidate: questo è uno degli altri segreti di Buffett ed è esattamente quello che ha fatto con uno dei suoi maggiori collaboratori Charlie Munger. Fin dal 1978, Charlie è entrato stabilmente nel board di Berkshire Hathaway e i due rappresentano una delle collaborazioni più efficienti e longeve tra due imprenditori di successo.

Anche nella scelta degli altri collaboratori l’obiettivo di Buffett è di individuare persone affidabili, talentuose e con cui poter instaurare rapporti duraturi. Per questo motivo, Buffett crede fortemente nei manager delle sue aziende e li sostiene, evitando di intromettersi nella loro gestione operativa, ma allo stesso tempo dando sempre massima disponibilità e supporto in caso necessità.

Questa gestione è frutto di fiducia e confronto costante, “hire well, manage little”.

Il metodo Warren Buffett

Warren Buffett si definisce una persona ordinaria che segue solo poche regole di buon senso. I punti precedenti ci insegnano che queste regole sono fondamentali e non sempre facili da applicare. Nel suo libro Buffett: The Making of an American Capitalist, Roger Lowenstein ha scritto: “il genio di Buffet risiede nel suo carattere; è un genio fatto di pazienza, disciplina e razionalità.”

 

Bibliografia

Berkshire Hathaway. Annual Report 2019.

Hagstrom, Robert G. The Warren Buffett Way. John Wiley & Sons, 2014.

Loomis, Carol J. The Inside Story of Warren Buffett. Fortune, April 1988

14 aprile 2021

 

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