Un respiro potrà salvarci dagli attacchi hacker?

Un respiro potrà salvarci dagli attacchi hacker?

Quando pensiamo che l’innovazione non possa spingersi più in là di così, ecco che alle porte compare un progetto nuovo e sorprendente: utilizzare il proprio respiro per connettere i nostri dispositivi tra loro. Insomma, con questa nuova tecnologia, rinominata B2P (breath to pair, respira per connettere) e presentata in uno studio della Cornell University, bluetooth, wifi e NFC ci sembreranno troppo obsoleti ormai per essere utilizzati.
Per “agganciare” due dispositivi tra loro ci basterà prendere una bella boccata d’aria (letteralmente) e aspettare che il nostro cellulare si colleghi allo smartwatch, ad esempio, o agli auricolari o a qualsiasi altro dispositivo indossabile.
Certo, non è tutto oro quello che luccica. Stando ai progressi attuali, utilizzare questo metodo risulterebbe poco confortevole per gli utenti, pur evitando di utilizzare impronte digitali, bluetooth, NFC e riconoscimenti di altro tipo.

Cosa c’è di così complicato?
Il modo in cui viene la respirazione dell’utente viene rilevata. Si utilizzano infatti delle fasce che avvolgono l’addome e il petto per rilevarne il movimento. Qui interviene un accelerometro che, fissato al petto, fornisce ulteriori dettagli sul modo in cui l’addome si muove a ogni respiro. Proprio questo personalissimo “andamento” respiratorio viene convertito in una sorta di codice (o chiave) criptato, usato per associare definitivamente i due dispositivi scelti.
La chiave viene generata ogni 2,85 secondi, tempistica che la rende più sicura di ogni altro tipo di strumento: un eventuale hacker, infatti, avrebbe poche possibilità di riuscire a connettersi al posto nostro e rubarci dati sensibili in un lasso di tempo così breve. 
Sentiamo sempre più spesso parlare di privacy e furto di dati. Questo perché molti dei nostri dispositivi, soprattutto quelli indossabili come ad esempio gli smartwatch, registrano informazioni importanti e personali come quelle sulla nostra salute (frequenza cardiaca, pressione, sonno) e non è per niente facile evitare che questo accada.

La nuova tecnologia B2P potrebbe essere una valida soluzione, soprattutto perché sfrutta l’unicità di ognuno di noi (il nostro personale respiro) per creare chiavi di sicurezza altrettanto uniche. Ma la strada da fare è ancora molta, soprattutto sull’aspetto pratico e fisico: l’idea di svolgere qualsiasi attività, dalla camminata alla spesa al supermercato con il corpo ricoperto di fasce non è poi così tanto confortevole.
Ma il punto di partenza promette bene.

22  settembre 2021

 

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