Ritorno al passato: l’inarrestabile crescita dei vinili

Ritorno al passato: l’inarrestabile crescita dei vinili

Dagli anni ’90 in poi, la musica percorre una sola strada: quella del digitale. Abbandonato ogni tipo di strumento meccanico per la sua riproduzione (stereo, mangianastri, ecc.), dall’ultima decade dello scorso millennio la musica diventa sempre meno materiale e sempre più virtuale. 

Aumentano gli ascolti in streaming e insieme ad essi l’offerta di piattaforme di distribuzione.

Ma in netta opposizione al trend dello streaming svetta, irriducibile, proprio lui: il vinile.

Si parla di un vero e proprio ritorno: secondo l’International Federation of the Phonographic Industry, con l’avvento del CD le vendite di vinili nel mondo subirono un crollo fino a rappresentare solo lo 0,1% del mercato. Negli ultimi anni, però, le vendite di vinili a livello globale sono costantemente aumentate tanto che hanno superato quelle dei CD per la prima volta in 30 anni

La crescita ha riguardato anche il nostro Paese: secondo una ricerca commissionata dalla Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI), nel 2021 il vinile è cresciuto del 78,99% rispetto al 2020, andando a raggiungere 26,9 milioni di euro in vendita, un’enormità rispetto ai 2,5 milioni del 2012.

L’incoronazione dei vinili non si deve soltanto alle generazioni che con questi sono cresciuti, ma deve molto anche alle nuove: con il loro suono analogico, i vinili hanno saputo conquistare anche millenials e GenZ. Il 28% dei primi, infatti, ha comprato o comprerebbe vinili, così come il 26% della GenZ.

 

Un “ritorno” al passato che, come conferma la crescita costante delle loro vendite, sembra inarrestabile.

 

13 luglio 2022

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