L’arte iniziò come un gioco

Credits © Mariano, via WikiMedia

L’arte iniziò come un gioco

 

Navicelle spaziali, animali parlanti, mondi fantastici. Questo e molto altro sono le cose che quotidianamente immaginano i bambini, quando giocano e lasciano libera la loro fantasia.

E sono stati proprio due bambini, probabilmente, a dare inizio all’arte. 

Fra 169.000 e 226.000 anni fa, in Tibet, due nostri antenati lasciarono le impronte delle loro mani, e anche alcune di piedi, su una superficie di travertino ancora fresco. L’insieme dei loro segni sulla roccia non aveva simbologie particolari, non rispondeva a un’attività specifica di sopravvivenza, ma faceva parte dell’esperienza del gioco. 

Tanto che, migliaia di anni dopo, su quelle impronte si è aperto uno studio, pubblicato su Science Bulletin. «L’azione dei due giovanissimi fu intenzionale, cioè non l’effetto di una normale attività pratica come correre, camminare, arrampicarsi, ma un atto creativo, anche se molto semplice, che sposta indietro di 180 mila anni le nostre conoscenze sull’origine dell’arte». Così hanno scritto gli archeologi e primi firmatari della ricerca David Zhang (Guangzhou University, Cina) e Mattew Bennett (Bournemouth University, UK).

Secondo le ricostruzioni, i due bambini protagonisti della vicenda avevano tra i 7 ai 12 anni.

Impressero su una roccia, al tempo simile al cemento fresco, cinque orme di piedi e di mani, evitando sovrapposizioni e andando a creare una sorta di “composizione”.

I due bambini non appartenevano alla specie di Homo sapiens, ma più probabilmente a quella di Neanderthal o di Denisova, presente in Eurasia prima dell’arrivo dei Sapiens dall’Africa circa 100 mila anni fa.

 

Nella preistoria era cosa diffusa quella delle raffigurazioni delle proprie mani, per riti sciamanici, di iniziazione o ancora come “firma” del proprio passaggio su un luogo. 

Ma in questo caso la mancanza di una funzione, di uno scopo, sembra proprio suggerire che quelle orme erano un gioco tra coetanei, un atto creativo volontario e concluso ma senza fini espliciti e utilitaristici. Come solo due bambini possono fare.

9 febbraio 2022

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