Istinto vs razionalità: che approccio usare nelle scelte importanti?

Istinto vs razionalità: che approccio usare nelle scelte importanti?

Cuore vs cervello, agire d’impulso o progettando tutto nei minimi dettagli, seguire l’istinto o razionalizzare ogni novità. Fin dall’antichità la lotta tra questi due modi opposti di pensare ed agire è stata enfatizzata nella poesia, nella musica e anche nell’imprenditorialità. 

Questa contrapposizione, però, non è solo letteraria ma ha basi scientifiche: effettivamente nel nostro cervello convivono due sistemi distinti, quello emotivo e quello razionale, ma ciò che i poeti e cantautori spesso omettono è che l’utilizzo di uno non esclude l’altro. Piuttosto si dovrebbe dire che i due interagiscono tra loro o, in base alle situazioni, prevale uno o l’altro sistema, o ancora si inizia utilizzando magari quello più emotivo, andando a compensare con la testa in un secondo momento.

L’approccio emozionale nel processo decisionale si definisce sistema X, mentre il ragionamento logico fa riferimento al sistema C. Ma quale dei due è più utilizzato? Contrariamente a ciò che molti possono pensare l’opzione di default, quella che si attiva in automatico e senza sforzi, è il sistema X. Tutte le nuove informazioni che processiamo passano da questo sistema “emozionale”, più immediato e anche più “consolidato”: gli neuroscienziati hanno infatti scoperto che le parti del nostro cervello associate al sistema X sono molto più vecchie da un punto di vista evolutivo rispetto a quelle associate al pensiero logico. Il motivo principale è che il sistema X processa molte informazioni contemporaneamente fornendo risposte che sono corrette approssimativamente, più che precisamente. Il sistema C, al contrario, richiede uno sforzo deliberato per attivarsi. Segue un approccio logico-deduttivo per la risoluzione dei problemi e riesce a gestire solo poche informazioni per volta: ha bisogno di prove ed evidenze per credere in qualcosa.

Ora immaginiamoli in azione. Se in uno zoo, con teche di vetro, un serpente o un grosso animale prova ad attaccarci, probabilmente faremo un balzo all’indietro velocemente perché il nostro sistema X ha classificato in maniera istantanea la situazione come “pericolosa”. È sufficiente poi ricordarsi che c’è una protezione tra noi e l’animale per rendersi conto che probabilmente non ci succederà nulla e non è necessario ritrarsi. Ma questo pensiero ci occorrerà alla mente solo dopo una riflessione e un attento esame della situazione. 

L’esempio dimostra come il sistema X sia legato alla necessità di sopravvivenza e abbia portato a sviluppare prima la componente emotiva rispetto a quella logica e come sia il vero traino delle nostre decisioni; solo raramente poi facciamo riferimento al sistema C per verificarle.

Per quanto questa modalità di approccio sia naturale e spontanea, in alcune attività è necessario agire in maniera un po’ “controevolutiva”: quando bisogna prendere decisioni strategiche di una certa importanza, come ad esempio nel campo degli investimenti, è fondamentale attivare il sistema C e non affidarsi totalmente solo al proprio lato emotivo. 

Esercitando e ascoltando anche il nostro sistema C, si possono scardinare ed esaminare le risposte “di default” o di pancia che il nostro sistema X ci propone, andando a verificare quello che emotivamente sentiamo prima di buttarci d’istinto in una scelta importante.  D’altronde, come dice il più grande investitore di valore di sempre Warren Buffett, «Il successo negli investimenti non è correlato al tuo QI, se sei sopra 100. Se hai un’intelligenza normale, quello di cui hai bisogno è il temperamento per controllare le emozioni che mettono in difficoltà le persone quando si tratta di investire». Insomma, per prendere decisioni vincenti è necessario un equilibrio tra i due sistemi, equilibrio che dovrebbe iniziare ad essere elogiato anche dai moderni poeti e musicisti.

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