Il potere della Musica: “l’effetto Mozart”.

21 Giu Il potere della Musica: “l’effetto Mozart”.

Qualche tempo fa era diventato virale un video di una ex ballerina del balletto di New York, Marta C. González,  ultra novantenne e affetta da Alzheimer che, indossate delle cuffie, iniziava a danzare seduta sulla sua carrozzina, “ricordando” quei gesti su cui si era esercitata tanto negli anni da ballerina professionista.

Il video è uno dei tanti esempi diffusi in rete a sottolineare il legame profondo che come esseri umani abbiamo con la musica, e ad evidenziare il potere che questa ha su di noi. 

Un progetto quinquennale chiamato MEM-COG- Effetto Mozart e memoria nei pazienti con deterioramento cognitivo, condotto da un gruppo di ricercatori spagnoli e canadesi, sta cercando di dimostrare proprio il valore della musica per quanto riguarda il decadimento cognitivo. 

Secondo lo studio, nel caso di persone affette da “dimenticanza patologica”, una condizione che talvolta precede la demenza, l’ascolto di musica di sottofondo durante l’esecuzione di compiti di memoria migliora i livelli di apprendimento, anche se il legame tra ricordi e musica non è sempre chiaro né immediato. C’è, però, un aspetto da tenere a mente: l’effetto si attiva in caso di ascolto di musica classica, in particolare quella di Mozart (da cui il progetto prende il nome), perché sembra che questa abbia sul cervello un effetto a metà fra rilassamento ed eccitazione. 

“Forse la musica classica aiuta ad aumentare l’attivazione neuronale che, a sua volta, rafforza le tracce di memoria durante la loro codifica” spiega il neurologo Bruno Colombo del San Raffaele di Milano. Questa è l’ipotesi anche di alcuni ricercatori di Hong Kong, secondo cui l’effetto suscitato dalla musica è il risultato della reazione emotiva di un individuo agli stimoli delle note. “Non tutti beneficiano allo stesso modo dei diversi tipi di musica, ma qualsiasi brano musicale fornisca un’eccitazione ottimale che evoca emozioni può essere d’aiuto” sottolinea Colombo.