Giocare è una cosa da grandi: gli adulti spendono fino a 9 miliardi in giocattoli

Giocare è una cosa da grandi: gli adulti spendono fino a 9 miliardi in giocattoli

“Indicato per bambini dai 3 ai 5 anni”: sulle scatole dei giochi di tutto il mondo è segnalato l’intervallo di età consigliata. Ma alla luce di questo dato forse qualcosa dovrebbe cambiare: gli adulti che acquistano giocattoli per se stessi, infatti, rappresentano 1/4 dell’intero mercato globale. Si tratta di ben 9 miliardi di dollari.

 

Questi consumatori sono definiti “kidults”, un mix tra bambini, kids, e adulti, e sono i principali protagonisti e responsabili della crescita in tutto il settore. I kidults, di età pari o superiore ai 12 anni, hanno contribuito costantemente al mondo dei giocattoli per anni, ma la spesa ha subito un’accelerazione a seguito della pandemia.

 

“La definizione di età adulta si è decisamente evoluta”, afferma Jeremy Padawer, chief brand officer dell’azienda di giocattoli Jazwares. “Una volta, essere adulti significava essere un membro della società molto onesto e serio. E per farlo bisognava dimostrarlo intellettualmente, emotivamente e in ogni altro modo. Ora invece ci sentiamo molto più liberi di esprimere il nostro fandom come parte della nostra età adulta”, ha aggiunto.

 

Tra i motivi dell’aumento di acquirenti adulti è da considerare anche la cosiddetta “operazione nostalgia”: negli anni ’70 e ’80, il settore dei giocattoli ha iniziato a non essere più un’industria che si occupava solo dei nuovo oggetti innovativi, ma ha abbracciato la creazione di un maggior numero di prodotti basati sul franchise di intrattenimento, come film programmi televisivi. 

 

Ad esempio nel 1977, con il lancio di ‘Guerre Stellari’, si iniziò a vedere un numero maggiore di prodotti dedicati alla saga con giocattoli e oggetti da collezione, come lenzuola, tazze e felpe. “All’epoca, i destinatari erano quasi tutti bambini”, ha spiegato Jeremy Padawer. “Ma i bambini nati negli anni ’70 e ’80 sono stati davvero la prima generazione ad avere a disposizione così tanti prodotti a cui potersi affezionare. E non è una grande sorpresa che quei ragazzi, a 30 e 40 anni, continuino a dimostrarlo”.

 

Insomma, l’industria mondiale di giocattoli dovrebbe imparare a riferirsi sempre meno all’età e sempre più ai “bambini”, quelli di oggi e quelli di ieri. 



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