Cos’è “l’effetto girasole” e perché le aziende dovrebbero evitarlo

Cos’è “l’effetto girasole” e perché le aziende dovrebbero evitarlo

 

Avrete sicuramente sentito dire, almeno una volta nella vita, che per natura i girasoli tendono ad orientarsi verso il sole, la più forte fonte di calore e di energia. Ne imitano i movimenti dall’alba al tramonto, quando scompare ad ovest, dietro l’orizzonte. Il loro comportamento è emblematico e può essere paragonato ad alcune situazioni che molte persone vivono o vedono quotidianamente. Si tratta del cosiddetto “effetto girasole”, che si manifesta soprattutto negli affari o sul posto di lavoro.

Nello specifico, i girasoli sono i dipendenti che si rivolgono alla fonte di potere più forte, il capo, assecondandolo in tutto e per tutto. Anche se apparentemente un atteggiamento di questo tipo potrebbe sembrare positivo per il bene dell’azienda, in realtà dire al capo esattamente quello che vuole sentirsi dire nega vitalità all’impresa stessa. Dal panificio all’ufficio marketing, l’innovazione è un elemento chiave per tenere in vita un’azienda sana, che non soffochi al contrario in un flusso unico di pensieri provenienti sempre e solo dalla stessa (e unica) persona.

L’ “effetto girasole” è utilizzato proprio per definire il comportamento dei soggetti-girasole, che sembrano sempre seguire il leader, contraddicendolo raramente e non contribuendo quasi mai a qualsiasi pensiero originale o innovativo. Spesso faticano ad esprimersi, o evitano di farlo, finché il capo non ha detto la sua. Oltre ad essere dannoso per l’azienda, un comportamento di questo tipo a lungo andare può risultare frustrante per i colleghi che invece si espongono e dicono la propria con coraggio. Dando di fatto un concreto e valido contributo che giovi al lavoro di tutto il team.

Un buon leader è quello che prova a stroncare sul nascere situazioni di questo tipo o – se presenti – prova a modificarle. Le modalità con cui farlo sono diverse e si fondano sulla conoscenza stessa del proprio team di lavoro. Perché il soggetto non esplicita la propria opinione? Il modo di confrontarsi durante le riunioni dà la possibilità a tutti, allo stesso modo, di esprimersi liberamente? Ci sono alcune persone che prendono il sopravvento? Rispondere anche solo ad alcune di queste domande potrebbe indirizzare il capo a compiere le opportune modifiche e adottare una ‘Soft Autocracy’ potrebbe invece movimentare il processo creativo. Se il leader dice “prenderò questa decisione ma prima voglio sentire cosa fareste voi al mio posto”, spinge “il girasole” a provare a pensare per conto proprio.

È importante partire dal presupposto che dare sempre ragione al leader solo in virtù del ruolo che occupa è già un errore. È normale considerare il proprio capo in “vantaggio” e prestare particolare attenzione alla sua proposta, ma non è detto che alla fine sia quella vincente o più valida. Esiste anche per lui un buon margine d’errore, dato da una valutazione di partenza sbagliata, ad esempio, o da una minore conoscenza delle circostanze. Cadere però nelle “abitudini” del girasole è molto semplice, soprattutto perché succede spesso che un membro del team non si senta sicuro della soluzione proposta o abbia addirittura paura di un rifiuto. O, ancora, abbia timore di contraddire la proposta presentata dal leader. Ma l’azienda perderà soluzioni più efficienti o rimarrà bloccata in quelle sbagliate se il sistema non cambia. Avere persone innovative e libere in un ambiente lavorativo spesso significa onestà. Un dipendente a suo agio e mentalmente propenso a creare non avrà problemi a segnalare le cose che secondo lui non funzionano nell’azienda e suggerire invece come potrebbero migliorare.

È una condizione su cui l’intera società deve lavorare, a partire dalla scuola. Per i bambini l’insegnante diventa il sole da seguire, e prendere un brutto voto significa rischiare di accumulare anni di studio in più. Immettersi nel mondo del lavoro dopo aver vissuto con una mentalità di questo tipo significa aver paura di sbagliare, di dire un’opinione che non funziona e, alla fine, di perdere il lavoro. Condizione che non giova a nessuno.

 

19 gennaio 2022

 

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