COVID-19 E MERCATO DELL’ARTE

COVID-19 E MERCATO DELL’ARTE

Nei momenti difficili di recessione o di crisi economica, il trend che si osserva è che restano “buoni” gli investimenti in asset core, ossia in opere d’arte storicizzate e di maggior rilievo che conservano il proprio valore economico pur vedendo diminuita la loro liquidabilità, mentre calano i prezzi delle opere di fascia media e si assiste a una progressiva diminuzione delle proposte artistiche di minor valore.

Ennesima conferma di ciò si può ricercare nelle più recenti aste online tenutasi in questi ultimi mesi estivi (Giugno-Luglio 2020) nelle maggiori auction houses del mondo.

Programmata in origine come asta dal vivo, il 16 Giugno scorso ha avuto luogo la vendita all’incanto online di Sotheby’s – finora unica asta internazionale aggiudicata in Italia – dedicata all’arte moderna e contemporanea che, grazie ad un selezionato gruppo di opere di alta qualità realizzate da “grandi firme” primariamente nostrane, ha totalizzato oltre €10.4 milioni e l’89% del venduto di cui la quasi totalità ha superato o confermato la stima alta, raggiungendo il titolo di miglior risultato per un’asta online in Europa per la maison. Il top price lot è stata una bella Natura morta (1951) dell’artista bolognese Giorgio Morandi, proveniente da una importante collezione privata toscana, che è passata di mano per €1.452.500 (stima €750.000–1.000.000). Tra le aggiudicazioni più attese, vi è stata l’opera di Francesco Vezzoli, L’Italia siamo noi – Omaggio a Lucio Fontana (2020) – che grazie alla sua forte carica emotiva è presto diventata il grido artistico di questo lockdown e simbolo universale di riflessione e speranza. Si tratta di un tricolore tagliato verticalmente al centro in rappresentanza della ferita e dello spiraglio che la pandemia ci ha lasciato, creato in esclusiva per il numero di aprile di Vanity Fair e che lo stesso artista ha così commentato: “Il mio vuole essere un omaggio all’Italia e a Lucio Fontana. E vorrei solo citare un verso di ‘Anthem’ di Leonard Cohen: “C’è una crepa in ogni cosa, è così che la luce riesce ad entrare”. L’opera, proposta in asta con una stima di €20 – €80 mila, dopo ben diciannove rilanci è passata di mano per €87.500; Ottimo risultato se si pensa che il ricavato è stato interamente destinato a favore del Progetto di Ricerca sul Covid-19 dell’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico di Milano.

Anche la Major Phillips ha ottenuto buoni risultati, realizzando oltre $41 milioni, con l’asta newyorkese 20th Century and Contemporary Art (2 Luglio). Naturalmente, il totale raggiunto impallidisce se confrontato con le equivalenti vendite newyorkesi dello scorso anno; si pensi che a Novembre 2019 Phillips ha incassato $108 milioni con un’unica asta di 20th Century and Contemporary Art.
Terza e ultima casa d’asta internazionale presa in esame è Christie’s e la sua super asta ONE: A Global Sale of the 20th Century che si è svolta il 10 Luglio scorso in streaming attraverso i fusi orari di quattro dei principali hub globali del mercato dell’arte contemporanea: Hong Kong, Parigi, Londra e New York. Quattro sessioni gestite consecutivamente a staffetta da quattro importanti banditori di ogni regione alla quale hanno partecipato, oltre ai bidder al telefono con gli esperti, 80 mila persone e 60 mila attraverso i social media in Asia. Un vero e proprio show, un’esperienza di vendita unica e ‘reinventata’ con l’obiettivo di ricreare l’eccitazione delle tradizionali aste serali di gala tramite un nuovo format che mira ad essere adattabile, inclusivo e coinvolgente. ONE ha realizzato circa $421 milioni con 82 opere proposte, il 90,2% del venduto, una media di realizzo appena sotto ai $6 milioni per ciascun lotto e una top ten tutta a otto cifre.

Conclusioni: l’analisi dei risultati delle tre principali case d’aste internazionali ci forniscono una fotografia positiva e incoraggiante, considerato in periodo di crisi che stiamo vivendo, ma certamente non eccezionale se confrontato con lo storico delle vendite passate. Il mercato dei grandi nomi dell’arte del ‘900 e di oggi sta dimostrando la sua resilienza e i prezzi rimangono ai livelli pre-crisi, grazie anche e soprattutto alle garanzie, vere protagoniste di questa fase in cui sia acquirenti sia venditori necessitano di maggiori rassicurazioni.

Fonte: ALL ART – N. 8 – Settembre 2020

20 ottobre 2020

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.