06 Ott Cosa ci ha insegnato il declino del BlackBarry?
Era il 2000 quando BlackBerry lanciò il suo primo cellulare innovativo, più vicino, cioè, agli smartphone per come li intendiamo noi ora. Con un BlackBerry si poteva infatti finalmente accedere alle mail e al meraviglioso (e sconosciuto) mondo di internet, e la digitazione attraverso la tastiera QWERTY rendeva la scrittura molto più rapida.
Inutile dire che il successo fu immediato e gigantesco, in particolare nel mondo aziendale e del business. In pratica, potremmo tranquillamente affermare che tutte le imprese lo riconobbero ufficialmente come cellulare aziendale. C’era addirittura chi simpaticamente lo definiva “CrackBerry”, a dimostrazione della dipendenza che si generava in chi ne possedeva uno. Infatti averne uno, in quegli anni, significava essere qualcuno. Uno status symbol, un riconoscimento d’appartenenza ad una classe ricca, imprenditoriale, sempre connessa.
Fino a qui tutto bene, anzi, fino all’arrivo di Apple. Quando l’azienda presentò l’iPhone per la prima volta, i manager di BlackBerry non presero seriamente la minaccia. Un prodotto esteticamente carino e prettamente destinato ai giovani non avrebbe mai potuto competere in un mercato, quello del business e dei “soldi grossi”, dominato da BlackBerry.
Qual è stata, invece, la chiave del successo di Apple? Il fatto che, al contrario di BlackBerry, invece di focalizzarsi su un target costituito prettamente da aziende, abbia guardato all’utente ultimo e al suo piacere personale (non lavorativo).
Sì, con l’arrivo della “mela” uno squarcio c’è stato, e anche importante, che è iniziato così: le persone hanno cominciato ad utilizzare il BlackBerry per lavoro, e l’iPhone (o Android) per la vita privata, godendo delle sue innumerevoli funzionalità. Fino all’epilogo che conosciamo e che non si sarebbe potuto evitare date le strategie che BlackBerry ha adottato.
Prima fra tutte il suo mancato adattamento alle richieste del mercato (che in quegli anni si evolveva rapidamente): ad esempio la resistenza all’introduzione del touch screen, che Apple ha portato fin da subito. Ignorando la sua concorrenza, infatti, BlackBerry ha finito per perdere anche il suo mercato principale, attratto ormai maggiormente da sistemi operativi diversi e dalla possibilità di scaricare molte più applicazioni. Con Apple e Android è stato possibile praticamente fin da subito usufruire, attraverso i loro store, di innumerevoli risorse. Quando l’ha fatto anche BlackBerry, il danno era ormai troppo grande.
Da tutta questa storia possiamo trarne un insegnamento.
Il “consumerization of the enterprise”, tradotto come la tendenza delle tecnologie ad affermarsi prima sul mercato dei consumatori finali e poi a diffondersi successivamente alle aziende e al settore pubblico, sta prendendo sempre più piede e deve essere tenuta in considerazione nello sviluppo di un business.
Alcuni esempi? Zoom, la piattaforma per le videochiamate online, che abbiamo imparato a conoscere soprattutto durante la pandemia. Ad usufruirne per primi sono stati i privati. Solo dopo, infatti, l’applicazione ha iniziato ad essere adottata nelle aziende e nelle organizzazioni pubbliche proprio perché ormai i dipendenti ne conoscevano bene le funzionalità.
Fondamentalmente non sono più le imprese a decidere i trend del mercato o ad adottare le nuove tecnologie: i membri della forza lavoro prendono le proprie decisioni. E giorno dopo giorno la produttività aziendale sarà sempre più dipendente dalla nostra vita quotidiana. Ogni strumento utilizzato, ogni strategia impiegata dai dipendenti sarà frutto di una loro precedente esperienza privata.
BlackBerry ha imparato la lezione? Forse sì, ma non è detto che riesca a tornare al suo precedente stato di dominio. Tuttavia, si sta preparando all’uscita del suo nuovo dispositivo 5G che potrebbe ancora sorprendere qualcuno.
6 ottobre 2021
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