Come rendere le app a portata di tutti: accessibilità anche dal telefonino

Come rendere le app a portata di tutti: accessibilità anche dal telefonino

Circa 1,3 miliardi di persone, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, non vede, non sente o ha difficoltà motorie. E se nella vita vera le difficoltà sono spesso evidenti (usare i mezzi pubblici autonomamente, avere strutture accessibili e adatte, disporre del supporto necessario da parte dello Stato etc), online rimangono più nascoste: come usa un cieco o una persona con difficoltà motoria a una mano un dispositivo?

Con attenzione sempre più specifica se lo stanno chiedendo anche le grandi aziende tech come Apple, il cui ufficio dedicato nasce nel 1985, ma anche Google (con Android) e Microsoft (con Windows). Rispondere alle varie necessità, cercando di ideare software che possano essere utilizzati da tutti,

è diventato centrale nelle ricerche e sperimentazione dei colossi informatici.

E mentre alcune funzionalità, come ad esempio sintetizzatori vocali, testi che riportano le informazioni per iscritto e bottoni speciali, aiutano l’user experience di persone con disabilità nella navigazione online o dei singoli device, per le app ancora c’è da lavorare affinché le diverse funzionalità e interfacce grafiche possano dirsi effettivamente fruibili da parte di tutti. 

 

Sarah Herrlinger, Senior Director of Accessibility Policy and Initiatives di Apple, ha reso chiari alcuni dei criteri che possono aiutare in questo: prima di tutto ogni app, e non solo quelle specificatamente pensate per persone con disabilità, devono sempre tenere a mente questo tipo di pubblico con le sue variabili esigenze.  È molto più semplice rendere un’app accessibile sin dalla sua ideazione, piuttosto che farlo successivamente. Secondo Herrlinger, poi, un punto fondamentale per creare app accessibili si può sintetizzare nella frase «Nothing for us without us» (Niente per noi, senza di noi). Il confronto con le persone con disabilità, per capire le loro necessità, è l’unico modo per strutturare app veramente su misura per ogni esigenza. 

«Sono sempre più le persone che abbracciano l’accessibilità e ne vedono le potenzialità. Le comunità hanno trovato la loro voce, nello stesso modo in cui tante altre minoranze stanno usando i social e i nuovi canali di comunicazione per dire la loro. E più questo fenomeno cresce, più normalizziamo la disabilità». E più normalizzeremo, speriamo, le esigenze diverse e l’inclusione, in qualsiasi campo si tratti.



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