Che succede alle nostre tecnologie se mancano i semiconduttori

Che succede alle nostre tecnologie se mancano i semiconduttori

 

L’emergenza sanitaria che ci ha travolto negli ultimi mesi ha mostrato molti punti critici della nostra società. Inoltre, ha svelato aspetti di cui non pensavamo aver così tanto bisogno (e di cui, in verità, spesso non conosciamo l’esistenza). Tra questi, chip e semiconduttori

Cosa sono? E perché la loro irreperibilità sul mercato rischia di diventare un problema globale? 

Si tratta di elementi essenziali e imprescindibili per lo sviluppo di una società cosiddetta “digitale”, che vive cioè servendosi continuamente di smartphone, auto, aerei, computer di ultima generazione e, più in generale, di ogni settore in cui sia applicabile una tecnologia.

Questo mercato, ora, è in grave difficoltà, incapace di far fronte alla grande quantità di domanda che inevitabilmente la pandemia ha portato a crescere. 

Come? Lavorando di più da casa, ad esempio, o seguendo conferenze e lezioni online. Abbiamo avuto bisogno di tecnologie più forti, veloci e prestanti, iper connesse, attraverso il 5G, con ogni punto della terra. È qui che si percepisce appieno l’essenzialità dei semiconduttori: senza di loro non potremmo usufruire della connettività 5G, dei cellulari, dei dispositivi IoT, computer e intelligenze artificiali. Non avere a disposizione una quantità sufficiente di chip potrebbe rallentare la ripresa dell’intera economia globale.

Il mondo sta cercando di correre ai ripari?

 La risposta non è così semplice, soprattutto perché la creazione di nuove capacità produttive di semiconduttori richiede anni. Il rischio è che un bisogno mondiale si trasformi in una guerra tra colossi, una lotta alla supremazia tra Oriente e Occidente per accaparrarsi la leadership tecnologica. Di fatti la produzione di semiconduttori avviene principalmente in Asia, a Taiwan, dove l’azienda Tsmc immette sul mercato la maggior parte dei semiconduttori di alta gamma. 

Gli americani parlano di “chip war”, una vera e propria battaglia a suon di semiconduttori. Proprio gli USA di Joe Biden hanno previsto nel loro piano di investimenti globali da 2.000 miliardi di dollari, una grossa fetta per il settore tecnologico. Nello specifico, 50 miliardi saranno investiti nella produzione e nella ricerca di semiconduttori. 

L’Europa è ancora lontana dal raggiungimento degli obiettivi, e rischia di finire fra le ultime posizioni. I buoni propositi ci sono, anche se i fondi un po’ meno: l’obiettivo europeo è raddoppiare la produzione di chip fino ad arrivare a coprire circa il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2025.

L’offerta riuscirà prima o poi a soddisfare totalmente la domanda?

L’analista Romeo Alvarez, della William O’Neil and Company, intervistato da Reuters, ha detto che la carenza globale di semiconduttori potrebbe estendersi fino al 2022.

 

16 giugno 2021

 

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