Che scenario dobbiamo immaginare per il Bitcoin?

Che scenario dobbiamo immaginare per il Bitcoin?

 

Si parla molto del futuro del Bitcoin, ma prima di addentrarci in questo argomento, è doveroso fare un chiarimento e cercare di definire cosa sia un Bitcoin.

Il Bitcoin è paragonabile ad una comune moneta, ma non possiamo fisicamente toccarla perché è virtuale. Possiamo scambiarla online e utilizzarla per pagare alcune cose, senza passare da una banca. Al momento, però, è difficile riuscire a comprare un panino al bar, ad esempio, pagando in criptovalute, soprattutto perché il processo non è così semplice e immediato e le regolamentazioni per i piccoli acquisti sono ancora da definire. 

Potrà accadere in futuro?

Un paio di mesi fa, durante una discussione virtuale dal titolo “Come possono innovare le Banche centrali nell’era digitale?” al summit sull’innovazione della Banca dei Regolamenti Internazionali, Jerome Powell, il numero uno della banca centrale Usa (FED) ha definito le criptovalute “Più uno strumento speculativo, che un mezzo di pagamento”. Insomma, una riserva di valore più che una moneta vera e propria. A questo proposito, Powell ha aggiunto che la sua Banca non ha al momento intenzione di adottare delle valute digitali perché “non sono un sostituto del denaro della Banca centrale e non sono un buon bene rifugio”.

Qualche tempo prima anche il Segretario del Tesoro Usa, Janet Yellen, aveva definito il Bitcoin “estremamente inaffidabile e inefficiente” per effettuare transazioni. 

Da una parte, è normale che le banche mostrino sfiducia nei confronti di una moneta che, essendo virtuale, non sarebbero in grado di controllare. Dall’altra, è pur vero che ci sono molte preoccupazioni e perplessità riguardo ad una tecnologia come quella del Bitcoin in grado di sconvolgere i sistemi finanziari tradizionali e dal sistema così poco solido.

Basti pensare che quest’anno il Bitcoin ha superato quota 60 mila dollari, anche grazie ad Elon Musk, fondatore di Tesla, che ha investito 1,5 miliardi di dollari nella criptovaluta. 

Non è semplice immaginare un futuro chiaro e definito per il Bitcoin, soprattutto quando l’opinione da una parte tende a considerarlo un normale mezzo di pagamento e dall’altra una “semplice” riserva di valore. 

L’halving potrebbe fornire maggiori garanzie e convincere sempre più investitori?

Prima di tutto, facciamo alcune piccole precisazioni. Anche se, come precedentemente detto, negli ultimi mesi il Bitcoin ha raggiunto il suo massimo valore, ha contemporaneamente messo a segno grosse oscillazioni di prezzo. Il fatto che questa moneta viaggi su veloci montagne russe, innesca crescenti dubbi attorno alla criptovaluta. Ma Satoshi Nakamoto, l’anonimo creatore di bitcoin, ha pensato anche a questo. Secondo la regolamentazione stabilita, il numero massimo di criptovaluta in circolazione non potrà mai superare quota 21 milioni. 

E che succede se si immettono sul mercato troppi Bitcoin?

L’estrazione (termine con cui si intende la produzione della criptovaluta) viene effettuata da addetti ai lavori chiamati “miner”, ricompensati per il proprio lavoro proprio con Bitcoin. 

Che c’entra l’halving?

Con l’halving, il processo automatizzato per cui la ricompensa del blocco di una criptovaluta viene dimezzata, si dimezza la ricompensa dei miner e di conseguenza il numero di Bitcoin immessi sul mercato scende rapidamente.

Qual è la conseguenza?

Che il loro valore tende ad aumentare (in sintesi quei “pochi” Bitcoin in circolazione costano di più). Questo meccanismo è programmato per accadere circa ogni 210.000 blocchi, cioè ogni 4 anni e impedisce al prezzo di abbassarsi sotto una certa soglia.

Se, infatti, la domanda di Bitcoin continua ad aumentare, ma l’offerta viene monitorata costantemente (aumentandone o diminuendone la quantità sul mercato), il valore della criptovaluta potrebbe aumentare nel tempo (o rimanere uguale), fornendo maggiori guadagni per gli investitori. 

 

Condizioni sufficienti perché il mercato globale si fidi del Bitcoin?

 

23 giugno 2021

 

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