Cambiare il modo di intendere l’energia: ecco il trend dei prossimi anni

Cambiare il modo di intendere l’energia: ecco il trend dei prossimi anni

 

Il cambiamento climatico è già una minaccia urgente per la maggior parte della popolazione mondiale e la sua veloce avanzata ha spinto i leader mondiali a firmare, nel 2015, un importante trattato chiamato Accordo di Parigi. Si tratta di una serie di iniziative e obiettivi da mettere in atto per abbassare i livelli di anidride carbonica e ridurre l’utilizzo di materiali altamente inquinanti.

Sono misure urgenti, la cui finalità non è solo quella di combattere l’aumento delle temperature. Perché no, il cambiamento climatico non è solo questo ma comprende anche eventi meteorologici estremi, modifica la flora e gli habitat della fauna selvatica, comporta l’innalzamento dei mari e molte altre spiacevoli conseguenze. Cambiamenti che si intensificano di giorno in giorno, mentre continuiamo a immettere nell’atmosfera grosse quantità di gas serra, in grado di intrappolare il calore.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato alla fine del 2018 , i Paesi considerati economicamente più forti sono già in ritardo rispetto agli impegni presi, mentre si spera che i livelli di emissioni nel 2030 siano inferiori di circa il 25-55% rispetto al 2017.

Noi possiamo fare qualcosa?

È normale sentirsi piccoli rispetto alla vastità del problema e pensare che il cambiamento climatico sia troppo grande per essere risolto (da noi ancora meno). Ma sì, possiamo fare qualcosa, soprattutto perché le risposte ci sono, possibili soluzioni, a cui manca solo di essere realizzate. I singoli individui, ad esempio, possono anche contribuire alla lotta facendo scelte migliori sul cibo acquistato, sui mezzi utilizzati e sulle imprese a cui affidarsi. Ma il modo migliore per farli funzionare è convincersi che tutti questi cambiamenti necessitano di ingenti investimenti green e di cooperazione internazionale tra governi e imprese, in particolare quelle impiegate nei settori più inquinanti. Proprio questi ultimi, nonostante gli effetti del cambiamento climatico siano sempre più evidenti, continuano imperterriti a estrarre grandi quantità di combustibili fossili, impiegandoli nelle loro lavorazioni, proprio quando il fulcro è la riduzione delle emissioni di gas serra.

Perché è necessario fare pressione su imprese e governi? Su cosa dovremmo insistere per cambiare il corso delle cose?

Innanzitutto, molti più investimenti dovrebbero essere destinati alle energie rinnovabili. Cambiare le fonti di energia inquinanti che maggiormente utilizziamo con quelle provenienti da fonti pulite e rinnovabili è il modo migliore per smettere di usare i combustibili fossili. Usufruire ad esempio dell’energia solare, eolica, delle onde, delle maree e della geotermia potrebbe potenzialmente contribuire ad una riduzione del 90% delle richieste di carbonio. 

Una bella vittoria per l’Unione Europea, che vorrebbe ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 utilizzare fonti rinnovabili per soddisfare il 32% della sua domanda di energia entro quella data. Per farlo, ha annunciato un fondo di 14 miliardi di euro per sostenere gli investimenti nella creazione e nell’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili.

Le stesse fonti sarebbero in grado di garantire un trasporto più sostenibile. Visto che la maggior parte dei veicoli utilizza combustibili fossili per muoversi, ridurre l’uso dell’auto, ad esempio, e passare a mezzi elettrici non serve solo a contrastare il cambiamento climatico, ma riduce anche l’inquinamento atmosferico. Infatti il trasporto è uno dei settori più inquinanti: più di un quarto delle emissioni di gas serra, secondo l’ultimo studio dell’Agenzia europea dell’ambiente, proviene proprio da questo ambito e lo spreco di energia raggiunge livelli altissimi.

Servono, dunque, investimenti per l’efficienza energetica. Secondo il rapporto sull’impatto dell’efficienza energetica, senza di essi il consumo di energia e le relative emissioni sarebbero superiori del 60 percento rispetto a quelli che sono e i consumatori pagherebbero 800 miliardi di dollari in più all’anno in costi energetici. E se riuscissimo a migliorare ancora di più l’efficienza energetica? Implementando l’utilizzo di tecnologie più intelligenti, ad esempio, perché ulteriori investimenti nel settore potrebbero ridurre le emissioni di gas serra degli Stati Uniti di un ulteriore 50% entro il 2050.

E la stessa condizione potrebbe verificarsi nel resto del mondo, evitando il susseguirsi di catastrofi naturali a cui difficilmente possiamo opporci. Dipende tutto da noi, nel bene e nel male.

 

8 settembre 2021

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.