
15 Mar L’intelligenza artificiale arriva in tribunale
Passione Intelligenza Artificiale. Se ne discute da tanto e gli esperimenti fatti negli anni sono stati i più vari. Con l’arrivo del celebre software ChatGPT, poi, negli ultimi mesi si è tornati a guardarla con ammirazione e curiosità, ma anche sospetto e persino un po’ di timore; la domanda di fondo è sempre quale ruolo ha e prenderà l’IA nella nostra società e se andrà a sostituire delle persone umane, delle categorie, delle professioni. E mentre scrittori e professori di tutto il mondo tremano, l’intelligenza artificiale sta arrivando fino ai campi meno sospettabili. Il banco di prova ora, ad esempio, riguarda un mestiere che fino a questo momento non era stato messo in dubbio: l’avvocato.
Ma come, un software capace di argomentare arringhe e fornire prove? Sì, e sta per succedere negli Stati Uniti.
Un’intelligenza artificiale, infatti, assumerà il ruolo di “avvocato difensore” in un tribunale americano: tramite un cellulare ascolterà quanto si sta discutendo nella corte per poi suggerire all’accusato che cosa dichiarare, in base alle informazioni raccolte e alla rielaborazione di queste. L’accusato quindi si difenderà da solo formalmente, ma sfrutterà le conoscenze e le capacità di analisi del software.
Anche se i più appassionati di crime forse l’hanno sperato, non si tratta di un caso da grandi doti investigative: a dirla tutta è una semplice un’udienza di routine per una multa per eccesso di velocità, che però stabilirà un precedente interessante.
L’idea di un avvocato robot in questione è nata da DoNotPay, un’azienda che da anni è attiva in questo particolare settore. Il team che l’ha ideato ha creduto tanto nel progetto da scommettere il tutto e per tutto: vincere il contenzioso o, in caso di sconfitta, provvedere alla copertura delle intere spese processuali, insieme alla multa.
Josh Browder, CEO di DoNotPay, crede che l’aula di tribunale possa essere un’ottima occasione sia per mostrare i progressi fatti in questi anni che per migliorare la stessa IA. Rispetto al timore sull’attività di avvocatura si può dire che siano in parte fondati perché DoNotPay intende sostituirla completamente, almeno per quanto riguarda questioni di routine. «Il cuore di tutto è il linguaggio, ed è ciò per cui gli avvocati si fanno pagare centinaia o migliaia di dollari all’ora» ha dichiarato Browder. «Ci saranno sempre molti bravi avvocati che magari si affronteranno nella Corte Europea dei Diritti Umani, ma un sacco di avvocati si fanno pagare fin troppo soltanto per copiare dei documenti, e credo che questi finiranno proprio con l’essere rimpiazzati; dovrebbe proprio essere rimpiazzati» ha concluso Browder.
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